La mia prima immersione a -40mt, Marettimo 2021
Passata la prima estate da subacqueo, accompagnato dal mio buddy Cecilia decido di proseguire immediatamente la preparazione tecnica per affrontare immersioni profonde, iscrivendomi al corso “avanzato”.
La mia passione per il tecnicismo ha giocato una componente fondamentale nella scelta, tuttavia la voglia di esplorare il mare spingendomi oltre i limiti imposti dal mio brevetto ha fatto scattare la scintilla.
E’ durante una vacanza a Marettimo (Sicilia), nel settembre del 2021, che ho intrapreso la mia prima immersione profonda, con l’obiettivo di raggiungere il nuovo limite imposto dal brevetto per il quale mi stavo addestrando: -40mt.
Tutto si fa più serio, nemmeno prima c’era da scherzare tuttavia sapevo che gli errori commessi sott’acqua avrebbero avuto conseguenze raramente preoccupanti, a profondità maggiori invece occorre rimanere lucidi, conoscere bene se stessi e l’attrezzatura.
Fortunatamente con me c’era mio padre Pierpaolo, mio istruttore e soprattutto angelo custode in acqua (e non solo). Inutile dire che la fiducia nei suoi confronti è stata la spinta che mi è sempre servita dalla prima immersione per approcciarmi a questo sport con tranquillità e sicurezza.
Dopo un veloce briefing ci tuffiamo e ci raduniamo alla cima di prua, pronti per la discesa. Datoci il segnale di “Ok” si parte, senza troppa fretta per consentire la corretta compensazione. Scendere in profondità può riservare alcune sorprese, come un leggero stato di ebrezza, solitamente si dice “ogni -10mt un bar” alludendo all’aumento di pressione ma anche al senso di ubriachezza che si può riscontrare come effetto collaterale.
Fortunatamente non avverto nessun sintomo particolare, procedo nella discesa insieme a Cecilia e Pierpaolo che ci monitora con occhi vigili. Butto lo sguardo sul computer, -30mt! Ci siamo quasi, è una bella giornata estiva e c’è molta luce anche in acqua, i colori sembrano ancora nitidi.
Sono concentrato sull’attrezzatura ed il respiro, ancora non riesco a godermi le bellezze che ci circondano. Scendiamo ancora fino a quando quasi urto il fondale sabbioso con le pinne: ci siamo, abbiamo raggiunto l’obiettivo! Leggo sul profondimetro la profondità di -40mt ed immediatamente fotografo lo strumento, portando con me un cimelio di questo traguardo. Indossavo mia muta Squame preparata per l’occasione, inutile dire quando fosse importante simbolicamente averla portata con me.
Allentata la tensione inizio a guardarmi intorno, prima di tutto sorridendo a Cecilia che come me stava provando questa esperienza per la prima volta, poi uno sguardo a mio padre che però mantiene il suo austero controllo ricordandoci di rimanere concentrati e seguire le procedure.
Mi giro verso l’alto e vedo un muro di acqua limpida sopra di noi, in lontananza la chiglia della barca, solo ora mi rendo conto di quanto siamo andati giù!
Il tempo concesso per esplorare il fondale è poco, non possiamo rischiare di accumulare decompressione. Difficile descrivere l’emozione provata in quei pochi minuti, tra la vista di uno straordinario universo sottomarino e l’eccitazione del traguardo appena raggiunto.
E’ giunto il momento di ritornare, Pierpaolo ci richiama all’ordine, la risalita è una fase delicata che va affrontata con attenzione. Gli sguardi miei, di Cecilia e di Pierpaolo si incrociano spesso per verificare che stia andando tutto bene, controlliamo la strumentazione fino a fermarci per la sosta di sicurezza a -5mt. Non vedevo l’ora di emergere per poterci confrontare e raccontarci a caldo le nostre impressioni!
Risaliti in barca veniamo accolti dai complimenti dei subacquei più esperti che erano scesi con noi, che fantastica giornata. Ciò che a distanza di tempo mi emoziona di più è l’aver vissuto questa esperienza con Cecilia e con mio padre, che probabilmente non si sarebbe mai aspettato di vedermi in acqua a fianco a lui.
Non vedo l’ora che cominci una nuova stagione di immersioni, abbiamo ancora tanto da imparare e da esplorare insieme!!
Autore: Fabio Conti