Paris - Brest - Paris
La Paris-Brest-Paris (PBP) è la randonnée più famosa e longeva che esista, la prima edizione risale infatti al 1891.
Ne ho sentito parlare molto in questi anni, soprattutto dai miei compagni di viaggio durante NorthCape4000, e così nel 2023 ho deciso di prendere i 4 brevetti obbligatori per potermi iscrivere e partecipare alla PBP.
Sono iscritto nel gruppo K con partenza alle 18:30 e tempo limite 90 ore. Insieme ad altri ragazzi di Ferrara e dintorni, ci organizziamo per partecipare a questo meraviglioso evento. C’è chi sale in Francia in furgone (portando le bici) e chi in aereo, è tutto già studiato da mesi nei minimi dettagli.
Arriviamo nei pressi di Rambouillet (da dove parte la PBP) con qualche giorno di anticipo, così possiamo ambientarci e andare a ritirare il pacco gara in tutta calma.
Da buon pianificatore mi sono studiato tutto mesi e mesi prima, sia come attrezzatura sia come tappe giornaliere (con relativi punti doccia-sonno). Il meteo promette bene e così ho deciso di lasciare nel borsone l’abbigliamento pesante.
Domenica 20 Agosto lasciamo l’albergo e ci abbandoniamo in un prato in attesa delle 18:30, orario della partenza.
La tensione sale e dopo i vari controlli alla bici e attrezzatura minima, mi trovo in griglia di partenza. Lo speaker ci carica e la musica fa il resto. Via, si parte!
Siamo più di 7.000 ciclisti da ogni parte del mondo, sembra una grande festa a pedali e procede così per tutta la prima notte. Un "biscione" di luci nel buio della Bretagna.
Fin da subito i francesi li puoi trovare a bordo strada, a incitarti ed aprirti le porte di casa per ospitarti. Sono cordiali e cercano di non farti mancare nulla, amano questa randonnée e lo si percepisce.
Anche a notte fonda trovi sulla strada gruppi di ragazzi che suonano i campanacci e che cantano, per loro è una festa e così i km si sentono meno. Alle 2:45 arrivo al primo checkpoint/ristoro e rimango impressionato da tutto il lavoro che viene fatto egregiamente dai volontari di questa manifestazione. Mangio e proseguo con Della e Massi, lasciando andare avanti i più veloci Simone e Giacomo.
Si fa mattina e si rinfresca la situazione, ma con qualche strato in più addosso si sta veramente bene.
Procediamo arrivando a Fougères, secondo checkpoint-ristoro, faccio una colazione abbondante. Qui inizio a vedere le prime persone stese per terra, alla ricerca di qualche minuto di sonno per poter recuperare energia preziosa. Inizialmente mi stupisco da questa cosa ma poi non ci farò più caso! Quando si fa la PBP si entra in una bolla per 3 giorni dove si pedala, si dorme e si mangia al bisogno, dove capita e in ogni modo.
La giornata è lunga e si continua a macinare chilometri fin nel pomeriggio, concludo la prima tappa con qualche ora di anticipo, arrivando all’appartamento verso le 16:30, così mi concedo velocemente una doccia e una bella dormita. Sono le 23:00 e mi sveglio, nel mentre è arrivato anche Emilio e come da accordi lo sveglio.
Ripartiamo per le 23:45 e nella mia testa penso "Chissà chi ci sarà a quest’ora, non riusciremo a trovare nessuno a cui stare un po’ a ruota"... non faccio in tempo a pensarlo che come imbocchiamo la traccia si vedono passare delle luci una dietro l’altra... avevo dimenticato che siamo in tantissimi!
Di notte si pedala bene, è fresco ma è molto meglio rispetto al caldo del giorno. Passiamo un checkpoint segreto (messi apposta per beccare i furbetti) e poi a quello ufficiale. In ogni checkpoint si recuperano un po’ le energie e soprattutto si mangia.
E’ martedì mattina e affrontiamo, ancora nel buio, l’unica vera salita della PBP. La pendenza non è cattiva ma la salita non finisce mai... non riesco a capire se è veramente così o se è la mia mente ad avere una percezione dilatata del tempo. Con qualche difficoltà riesco a passare la notte e all’alba arrivo in un bel paesino dove c’è un forno già aperto ad accoglierci.
Siamo in tanti e lo "svaligiamo": 2 pain au chocolat e un bel caffè per scaldarsi. Intorno alle 9:00 arrivo a Brest, si timbra e si mangia (pain au chocolat è una costante)... siamo a metà! E’ ora di girare la bicicletta e tornare indietro. Brest è un po’ una delusione, devo dire che avevo qualche aspettativa in più invece sia il checkpoint che proprio la città non mi colpiscono per niente.
Non perdo quindi tempo e scappo attraversando il famoso ponte che avevo visto in tante foto.
Il viaggio prosegue con dei sali-scendi molto "incazzati", tant’è che il martedì si è rivelata poi la parte più difficile del mio viaggio. Cerco di prendere energia da quello che mi circonda: un americano che pedala una fixed, dei signori attempati che ballano al checkpoint, una crepes piena di marmellata che mi concedo al ristoro e i banchetti che continuato ad esserci lungo il percorso allestiti dagli abitanti della Bretagna (siete fantastici!).
Si fa sera, sono le 20:30 e arrivo all’appartamento. La seconda tappa è conclusa e inizio a vedere la fine!
La proprietaria mi vede bello stanco e mi prepara una omelette, sono felice e in questi casi basta veramente poco!
Anche qui doccia, dormo poco giusto 4 ore, e riparto sulle 3:30 del mercoledì mattina.
Sono quasi le 7:00 e arrivo ad un altro checkpoint, mi prendo una bella zuppa calda e una Redbull (che schifezza). Si continua a pedalare e passare checkpoint, ogni timbro da energie per arrivare a quello successivo.
Nel pomeriggio mi viene male al ginocchio sinistro, penso non sia niente di grave e continuo siccome sulle 19:00 sarei arrivato al paese dove avevo già prenotato l’hotel. Mangio una pizza, doccia e letto. Mancano 200km circa ma il ginocchio mi preoccupa. Mi sveglio dopo 2 ore e nonostante gli antidolorifici il male è uguale a come quando mi sono coricato.
Pedalo male, spingendo prevalentemente col destro, ma voglio farcela.
Il tempo ce l’ho, quindi cerco di non farmi prendere dallo sconforto. La media si abbassa drasticamente ma almeno riesco a procedere. Supero la notte cercando di rimanere in scia il più possibile.
Sono le 3:40 e passo davanti a un bar, ho sonno... la mia prima crisi di sonno. Non voglio rischiare e mi fermo, mi siedo e appoggio la testa a una colonna. Dormo 15 minuti ma sono fondamentali, una coca e riparto. Arrivo a Dreux, ultimo checkpoint. Mi stendo su una brandina del dormitorio, per dare un po’ di tregua al ginocchio.
Riparto sulle 7:00, so che mancano 30km e il mio tempo limite sono le 12:30. Ho tempo e ho male ma voglio godermi, per quel che si può, questi ultimi chilometri di viaggio. Inizio ad assaporare l’arrivo, sono a Rambouillet. Imbocco il vialetto ghiaiato e in fondo vedo la gente che ci fa il tifo. Ce l’ho fatta, me la sono portata a casa in 86h 52m 23s... che esperienza incredibile!
Ho dei ricordi bellissimi di questa randonnée e la consiglio a tutti gli amanti della bicicletta su strada. Una volta nella vita è da fare, sarà dura ma ne varrà la pena!
Allez, bon courage!
Autore: Marco Casadio